giovedì 21 novembre 2019

I CARISMI


I   CARISMI

   S. Paolo nella 1° lettera ai Corinzi 12,1 scrive: “Riguardo ai doni dello Spirito, fratelli, non voglio che restiate nell’ignoranza”,  perciò ce ne parla diffusamente nelle sue lettere ai Romani, ai Corinzi ed agli Efesini.
  Che cosa sono i Carismi? I Carismi sono doni di Dio. Il suo significato è molteplice.
In senso generale ogni nostra qualità come la bellezza, la salute, la bontà, l’ingegno è grazia, tutto è dono di Dio, perciò ogni uomo è carismatico.
In senso largo è sinonimo di vocazione, ministero perciò tutti coloro che hanno ricevuto una vocazione particolare di padre di famiglia, sacerdote, suora , medico devono intendersi uomini carismatici.
In senso stretto ci riferiamo a quanto è contenuto nel Nuovo Testamento e nelle lettere di S. Paolo, perciò facciamo nostra la definizione dello studioso cristiano Caffarel: “E’ un dono di Dio nel quale c’è una manifestazione sensibile dello Spirito Santo”; questo tipo di carisma è dunque “un dono straordinario”.      
   I fedeli della Chiesa di Corinto conoscevano bene i Carismi perché li possedevano, li vivevano, li esercitavano, ne avevano esperienza nella vita quotidiana.
   La loro vita cristiana era ordinariamente carismatica.
   Oggi le nostre Comunità ne ignorano perfino l’esistenza, non conoscono né la natura né il loro utilizzo.
L’idea predominante è che i Carismi sono doni straordinari, ma riservati a pochi Santi, come premio alla pratica di virtù eroiche.
   Al tempo degli Apostoli “Santi” erano tutti i cristiani, tutti coloro che avevano creduto alla loro predicazione del Vangelo di Gesù e a Lui convertiti; “Santi”, così li chiamava S. Paolo nelle sue lettere; più tardi si chiamarono “Santi” anche i cristiani delle Catacombe, sia che fossero Vescovi che schiavi.
   In seguito il Cristianesimo diventò Religione di Stato e le adesioni ad esso non avvennero più per conversione, ma per convenienza. Per la massa dei fedeli, quindi, il Cristianesimo diventò una dottrina più che un’esperienza, mentre la santità, a poco a poco, si allontanò dal popolo di Dio per andare a rifugiarsi nei deserti con i penitenti prima e più tardi nei monasteri e nei conventi.
   Il Santo diventò una figura eccezionale.
   Eppure Santa è la Chiesa di Dio, Carismatica e pellegrina sulla terra, perciò anche oggi tutti i credenti, i convertiti, gli aderenti ad Essa per convinzione, tutti sono Santi e Carismatici. Per la sua Santità e Carismaticità la Chiesa di Dio impartisce i Sacramenti,  proprio col Sacramento d’iniziazione cristiana: il Battesimo, la Chiesa accoglie il bambino, ancora in fasce, nel suo Grembo conferendogli la propria Santità e Carismaticità.   
   Infatti nel Battesimo ad opera dello Spirito Santo non riceviamo soltanto la Grazia Santificante e le tre virtù: fede, speranza e carità, ma anche doni particolari in vista dell’utilità comune, per la costruzione della chiesa: i carismi.
   Ad ognuno di noi lo Spirito affida una vocazione, un compito, un ministero di servizio accompagnandolo con carismi per il raggiungimento di ogni bene della Comunità Ecclesiale.
   Giovanni Paolo II, il 2 marzo ’87, nel discorso ai Movimenti Ecclesiali, così si esprimeva: “Doni carismatici e doni gerarchici sono distinti, ma anche reciprocamente complementari…. Nella Chiesa, tanto l’aspetto Istituzionale, quanto quello Carismatico, tanto la gerarchia quanto le associazioni e i movimenti di fedeli, sono coessenziali e concorrono alla vita, al rinnovamento, alla santificazione…”.
   Se questa è l’importanza dei “doni carismatici”, ignorarli o trascurarli sarebbe una grande inadempienza che comporterebbe gravi conseguenze per la vita della Chiesa e del cristiano.
   Perciò S. Paolo non vuole lasciarci nell’ignoranza. E’ lui che introduce nel Nuovo Testamento la parola “Chàrisma” ed è lui che ci introduce alla teologia dei Carismi. La radice del nome è Charis, grazia, per cui Chàrisma = dono di grazia. 
La parola Carisma è usata da S. Paolo per descrivere l’azione dello Spirito nell’anima. Nel pensiero di Paolo la Chiesa è il Corpo di Cristo, composto da molte membra, ciascuno con una propria funzione, ma sempre a beneficio di tutto il corpo: “A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l’utilità comune;” (1Cor 12,7). I Carismi non sono affatto dei poteri permanenti, nemmeno dei doni soprannaturali: sono “Mozioni” dello Spirito Santo che hanno come scopo diretto ed immediato l’utilità spirituale della Comunità Ecclesiale, perciò nel Carisma è essenziale, ogni volta che si manifesta, un intervento diretto dell’azione dello Spirito, che spesso s’innesta su qualche nostra dote naturale; infatti le disposizioni naturali di ogni credente possono diventare carismi per dono di Dio.
   Non possiamo immaginare la Chiesa con la sua Vita nello Spirito ad una barca spinta da rematori (noi), ma dobbiamo pensarla come una barca a vela aperta al soffio dello Spirito Santo e da Lui mossa. I Carismi, parte di quel soffio dello Spirito, arricchiscono i doni battesimali, i quali si manifesteranno copiosamente, quando e se  prenderemo coscienza, anche in età adulta, di quel Sacramento e della sua ricchezza.
   La preghiera d’Effusione, praticata nei gruppi del Rinnovamento nello Spirito, non è altro che una preghiera comunitaria, con l’imposizione delle mani, sul cristiano già battezzato, con la quale s’intercede il Divino affinché lo Spirito Santo faccia effondere dal suo seno i doni carismatici, già infusi col battezzato,  come “Sorgente d’Acqua Viva” e “Fonte Zampillante” per aiutare Gesù nel desiderio di dissetare l’umanità: “Chi ha sete venga a Me” (Gv 7,37). Pertanto negli stessi gruppi del Rinnovamento nello Spirito si approfondisce tutta la teologia Paolina sui carismi, specie su quelli Straordinari riportati nella 1 Cor 12,8-11 che sono: Linguaggio della sapienza; linguaggio della scienza; delle guarigioni; dei miracoli; della profezia; del discernimento degli spiriti; delle lingue; delle interpretazioni delle lingue.
   Lo Spirito Santo, nel cristiano, unisce i due poli: Il Divino e l’umano; quello del Padre e del Figlio con quello della Chiesa e dell’uomo.       
   Lo Spirito non sostituisce Cristo, ma è lo Spirito di Cristo che opera nella Chiesa in continuità con Cristo; l’era Cristiana è l’era dello Spirito Santo nella storia, la Chiesa è vivificata dallo Spirito  e dai suoi doni e carismi. Perciò S. Paolo esorta i Tessalonicesi ad aprirsi allo Spirito e a non spegnerlo.
   Paolo in 1Cor 12,4-7 ci assicura: “Vi sono poi diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversità di ministeri, ma uno solo è il Signore….che opera tutto in tutti. E a ciascuno è data la manifestazione particolare dello Spirito per l’utilità comune”, poi parla dei Carismi nominandoli 17 volte e ne conta più di 20; ma per sé il numero è infinito, lo Spirito non si esaurisce: offre doni alla Chiesa secondo il suo bisogno per l’edificazione del Corpo di Cristo: “E’ Lui che ha stabilito alcuni come Apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e maestri, per rendere idonei i fratelli a compiere il ministero, alfine di edificare il Corpo di Cristo”(Ef 4,11-12).
   A Paolo è caro il paragone con il corpo: “Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo. E in realtà noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo,…Ora voi siete il corpo di Cristo e le sue membra, ciascuno per la sua parte” (1Cor 12,12-13;27). Quindi siamo parte del Corpo di Cristo, perché Sue membra, coordinati dal Capo che è Cristo Gesù ed animati dal suo Spirito. Spesso queste membra sono stanche e deboli ma: ”.. lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare,  ma lo Spirito stesso intercede con insistenza  per noi con gemini inespremibili; ”(Rm 8,26). Lo Spirito prega in noi con “gemiti intraducibili ”. Cioè quando ci rivolgiamo a Dio, con il cuore infranto o pieno d’indicibile gioia, tentiamo di esprimerci, senza termini concettuali codificati. Assomigliamo a bambini, che balbettando  alla mamma o al papà vorrebbero esprimere, quanto ancora non sanno dire, il loro amore e la loro fiducia in essi: I “ Gemiti Inesprimibili ” di cui parla Paolo sono i nostri “Balbettii ” di bambini, i nostri “ Vezzeggiamenti ” di figli, dinanzi al Padre, che è nei cieli ed in noi, per dimostrargli il nostro amore, la nostra confidenza, la nostra fiducia, la nostra gratitudine, la nostra lode.     
   A chi potrebbe obbiettare che i Carismi erano stati concessi alle prime Comunità apostoliche  per l’espansione della Chiesa di Dio, si assicura che essi ancora oggi sono presenti  nelle Comunità Cristiane anche perché ce ne da conferma il Concilio Vaticano II  nella Lumen Gentium: “Sono (oggi) grazie speciali che lo Spirito Santo dispensa (oggi) fra ogni ordine di fedeli, con le quali li rende (oggi) adatti e pronti ad assumersi (oggi) varie opere e uffici utili al Rinnovamento e alla maggiore espansione della Chiesa”(n°12).
   Se crediamo che Cristo è sempre lo stesso: Ieri, oggi e nei secoli, quel che fece   l’Unto di Dio, non  può essere diverso da quello che deve fare oggi il Cristo Mistico: “ Andate in tutto il mondo, predicate il Vangelo a tutte le creature…Chi crede in Me farà le stesse opere che Io faccio, anzi ne farà di più grandi.”
   Cristo Gesù ha fatto questa promessa a tutti i credenti  di tutti i tempi.
Per realizzare questo mandato di Gesù, la Chiesa Gerarchica e Comunitaria deve prima formare i credenti, come Gesù formò gli Apostoli e i discepoli, e poi mandarli per portare la Buona Novella esercitando anche i Carismi con i quali Gesù certamente li accompagnerà. 
   Tutti i credenti sono carismatici, perché la Chiesa è carismatica.

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