giovedì 21 novembre 2019

PREGHIERA DI EFFUSIONE nel RnS


PREGHIERA DI  EFFUSIONE
nel RnS
        
I gruppi ecclesiali più conosciuti: Focolarini, Neo Catecuminali, Comunione e Liberazione hanno il loro fondatore. Il nostro “Rinnovamento nello Spirito” non ha un fondatore riconoscibile in una persona, il nostro fondatore è il Signore.
Walter Smet, domenicano, intitola il suo libro, che di noi parla: “Pente-Costalismo Cattolico” perché in quella corrente si ricerca l’opera dello Spirito Santo, nella Pentecoste c’è la manifestazione dello Spirito Santo.
Altri testi: “L’ora dello Spirito” S. Falvo; “Riscoprire lo Spirito Santo” L. J. Suenens;
“I Gruppi di Rinnovamento Carismatico”S. Rinaudo; “Il Rinnovamento Carismatico” Civiltà Cattilica; “Rinnovamento Carismatico” AA. VV.; “Il Ritorno dello Spirito” K.e D. Ranagan; “Il Movimento Carismatico nella Chiesa Cattolica” Renè Laurenten;
“Lo Spirito Santo Nostra Speranza” L.J. Suenens; “I Carismatici Cattolici” J. Fichter;

Il Rinnovamento nello Spirito “RnS” è una corrente di grazia
E’ una corrente di grazia … E’ una sorpresa dello Spirito Santo … E’ ricominciare a vivere una Vita Nuova d’intimità con Dio sotto la guida dello Spirito Santo.
La spiritualità del RnS è nettamente orientata verso Gesù e che è vissuta sperimentalmente come una relazione intima e personale. Il Cristo ”Colui che battezza nello Spirito”, è posto in primo piano. Una intimità di persona a persona si sviluppa in un incontro dove Gesù stesso prende l’iniziativa del dialogo e della chiamata e invita alla reciprocità. Spesso sarà come una scoperta del Cristianesimo, non più come un’ideologia, ma come l’incontro con la persona viva di Gesù, divenuto la più realtà della realtà, Gesù riconosciuto come Salvatore, Maestro, Pastore, Via, Verità, Vita, Alfa e Omega, tanto per se stesso che per il mondo. E’ da notare che il Gesù che sta al centro del Rinnovamento è quello della nostra fede …”
(p. 94 “Lo Spirito Santo nostra speranza” di L. J. Suenens)

L’esperienza della conversione sussiste esiste e si realizza in una sorta di relazione particolare con Dio. Ciò si manifesta nel fatto che “il senso della presenza di Dio nella propria vita” è il principale beneficio rivendicato dai membri del Rinnovamento Carismatico.”   ( p.82 “I Carismatici Cattolici” di Joseph Ficher.)      

Perciò il Rinnovamento che cos’è se non una esperienza di fede?
E’ una “ Vivance “, cioè un modo di vivere, conforme ad una regola di fede.
La regola di fede è costituita dalla dottrina cattolica sul Battesimo: la nuova creatura nascendo partecipa alla vita trinitaria ad opera dello Spirito Santo.
Per cui nel Rinnovamento c’è la riscoperta, in età matura, del Battesimo ricevuto nell’infanzia e spesso non vissuto coerentemente.
Allora
La preghiera d’effusione dello Spirito Santo, è lo strumento, il mezzo con il quale il Rinnovamento suscita in un fratello la ricerca dei valori battesimali e finalmente viverli coerentemente.  È quel momento particolarmente forte nell’itinerario del cristiano per innamorarsi appassionatamente del suo Dio.
”” Un fratello, dopo una preparazione accurata e formativa, chiede alla sua comunità del R.n.S di pregare su di lui con l’imposizione delle mani: è un’umile preghiera, iniziata dal capo equipe: Fatta al Padre per ringraziarlo per il fratello donato alla sua famiglia ed alla comunità cristiana e per il SUO amore paterno per lui; Fatta a Gesù per liberarlo da ogni tentazione, per allontanare da lui qualsiasi negatività che lo può distoglierlo dal cammino d’amore che ha intrapreso per stare in comunione col Cristo; Implorata  allo Spirito Santo affinché risvegli i Carismi, già infusi nel Battesimo e nella Cresima, perché Effondano da lui come “Sorgente d’Acqua Viva ” per inondare tutti coloro che avvicina e farli innamorare di Gesù  Vivo. Poi ogni fratello dell’equipe può esprimere una preghiera o leggere una Parola.
  La preghiera si conclude come se gridassimo con Paolo: “Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio ”(2Cor 5,20).”
                                    appare      (Brocca Bicchiere Vassoio)
L’imposizione delle mani era frequente nella chiesa apostolica, ma  perdura ancora oggi nella chiesa cattolica per la teologia paolina. S. Paolo nelle sue lettere ne parla spessissimo come ad esempio nelle lettere a Timoteo (1Tim 4,14 e 2Tim 1,6), in quest’ultima rivolgendosi a Timoteo così gli scrive: “… ti ricordo di ravvivare il dono di Dio che è in te per l’imposizione delle mani ”.

Questa preghiera, quasi sempre, produce dei frutti: una lacerazione nel nostro io, perché ci chiede di tagliare col nostro passato e ci dice come ad Abramo: “ Esci dalla tua terra ”; una conversione personale decisa di rompere definitivamente non solo con il peccato mortale, ma con quelli veniali deliberati, sradicando odi e risentimenti, spogliandosi di idoli, ma soprattutto fare convergere tutta la nostra attenzione su Cristo Gesù; un incontro personale e particolare con Cristo Gesù che mentre ci invita a testimoniarlo fino ai confini del mondo, ci  adombra, in quel momento, di Potenza e Grazia dello Spirito Santo che viene in nostro aiuto per rimuovere ogni ostacolo per l’esercizio di tutti i doni e  Carismi, che già albergano in noi, e per dilatare il nostro amore per l’Unigenito e per tutti i fratelli.

L’apostolo Paolo parla spesso di Spirito Santo ”versato”, “sceso”, “colmo”, “riversato”, “effuso” il quale “illumina”, “conforta”, “assiste”. Ma questo stesso Spirito, effuso da Dio ed INFUSO in noi, col Battesimo e con la Cresima, resta ignorato dentro l’anima, ma lo Spirito Santo vuole effondersi da noi, quasi versarsi fuori, in maniera che se ne avverta la presenza. (brocca e bicchiere – pausa)      
La Vita Soprannaturale in noi vorrebbe manifestarsi e non riesce perché incontra blocchi, impedimenti; bisogna “liberarla” da questi condizionamenti.
E’ necessario che il Battezzato e Cresimato, anche in età adulta, prenda coscienza della ricchezza di Spirito Santo che egli contiene.

Walter Smet parla di “liberazione”, di farci liberare dallo Spirito Santo, a pagina 77  del suo libro: Pente-costalismo Cattolico, scrive Fratelli: “siamo immersi in Dio più che un pesce nell’acqua e non ce ne accorgiamo”!
S. Agostino: “Tu eri dentro di me, e io fuori. E la ti cercavo”     Come dire:
“Lui nuota dentro me ed io lo cerco rovistando la sabbia”  
Con la preghiera d’effusione s’invoca affinché lo Spirito sia liberato dai nostri blocchi  e si manifesti finalmente l’azione di Dio che salva, possiamo finalmente fare esperienza dell’Amore di Dio, d’ora in poi sapremo continuare la nostra storia personale imitando quella di Cristo e camminando insieme al nostro Salvatore.                          
“Donaci , Signore, l’esperienza del tuo Amore” con queste parole, nel salterio della Pentecoste, la chiesa ci fa pregare.

Il Cardinale Josef Suenens, padre del R.n.S., nel suo libro “ Lo Spirito Santo nostra Speranza ”, definisce l’Effusione: ESPERIENZA DI DIO.

Questa fu l’esperienza dei partecipanti al famoso week-end di preghiera il 17 febbraio 1967 all’Università di Duquesne, descrissero la loro effusione come una VIVA  ESPERIENZA DI DIO, presero coscienza di  un forte senso della figliolanza divina col Padre; sentirono la presenza di Gesù, l’incontrarono personalmente come fratello, assaporarono la propria salvezza per i suoi meriti, si accorsero di una intimità personale con Lui, amarono, per mezzo Suo, tutti i fratelli che li circondavano; avvertirono una nuova forza sprigionarsi dal loro cuore, come una forte carica d’amore che lo Spirito traeva dal loro petto per amare ogni uomo e tutto l’universo. David Morgan lo chiamò: “Un incontro con Cristo, un incontro col mio Dio”.        Da quelle poche piante i loro frutti invasero il mondo

DALLE NOSTRE PIANTE si manifesteranno altrettanti frutti? Mostreremo la presenza dello Spirito Santo in noi e ciò che ha prodotto nella nostra anima, afferreremo e additeremo anche quel FRUTTO di cui parla Paolo in Galati 5,22: “Amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, mitezza, fedeltà, domino di se”.
Per conoscere meglio, per meglio portare nella nostra vita ed oltre questo frutto dello Spirito, il Signore ci ha dati: “I sette doni” dello Spirito Santo che sono regali che lui ci fa per affinarci di più a sé. Sono: sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà, timore di Dio.

(Questi doni sono enumerati nel Libro del profeta Isaia al capitolo 11 dove parlando del Messia che verrà il profeta dice che sarà ricoperto dello Spirito del Signore che è spirito di sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà, timore di Dio
È interessante notare che nell’originale ebraico erano nominati solo sei doni, mancava la pietà, quando invece è stata preparata la versione greca chiamata dei 70 (circa un secolo prima di Cristo), essi introdussero anche la pietà perché nella lingua greca il termine timore di Dio non rendeva la pienezza di significati del corrispondente ebraico.)

[[La Risurrezione ha realizzato in pienezza il disegno salvifico del Redentore, l'effusione illimitata dell'amore divino sugli uomini. Spetta ora allo Spirito coinvolgere i singoli in tale disegno d'amore. Per questo c'è una stretta connessione tra la missione di Cristo e il dono dello Spirito Santo, promesso agli apostoli, poco prima della Passione, come frutto del sacrificio della Croce. «Lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti» (Rm 8,11) deve abitare in noi e portarci ad una vita sempre più conforme a quella del Cristo risorto. Tutto il mistero della salvezza è evento dell'amore trinitario, dell'amore che intercorre tra Padre e Figlio nello Spirito Santo. La Pasqua ci introduce in questo amore mediante la comunicazione dello Spirito Santo, «che è il Signore e dà la vita».]]

Sembrerebbe che il motto di Dio è dare, dare, dare.
Vorremmo che il nostro motto fosse: Signore usaci, usaci, usaci.

SAPPIAMO  CHE CONTENIAMO IL DONATORE DEI DONI,  se non faremo resistenza allo Spirito Santo, poiché Egli vuole effondersi e diffondersi, potremo assistere ad un’esplosione meravigliosa e indicibile di manifestazioni Spirituali in noi e nei fratelli fino a sentirci ardere il cuore d’amore per aiutare Gesù a mostrare quel Corpo Mistico che Egli desidera realizzare in mezzo a noi.      

JAHVÈ, per l’amore appassionato che ha per ognuno di noi, decise e ci diede una sola volta e per sempre la VITA NUOVA NELLO SPIRITO.
Questo grande evento lo comunicò a noi per mezzo di Ezechiele che profetizzò:       Toglierò il cuore di pietra che sta in voi e metterò un cuore nuovo, uno Spirito Nuovo” (Ez 36,25-28). Gesù lo confermò parlando con Nicodemo: ”Dovete rinascere con acqua e Spirito” (Gv 3,5-9). Dovete diventare una creatura nuova, avere una Vita Nuova e lo stesso Gesù l’attuò: “Io sono venuto perché abbiate la vera vita” (Gv 10,10).             

Ma la vera vita, la vita nuova cos’è?
La Vita Nuova, la Vera Vita È IL SOFFIO DELLO SPIRITO DI GESÙ che in punta di morte, Crocefisso, diede alla Chiesa, e a Pentecoste riversò abbondantemente sui discepoli e su Maria. (At 2,1ss) Subito dopo gli apostoli, trasformati, cominciarono a predicare Gesù Cristo Morto Risorto.
Questo è il loro Vangelo: Cristo è venuto per salvare l’uomo dandoci la Sua Vita affinché noi avessimo una Vita Nuova ad opera del Suo Spirito che ci rende: “Tempio di Dio”(1Cor 3,16-17) che ci assicura: “lo Spirito di Dio abita in voi”(Rm 8,9-11), S. Paolo ripete questa espressione ben tre volte in tre versetti ed ancora, nella lettera agli Efesini 2,21-22 ci assicura : “In Lui venite edificati per diventare Tempio Santo del Signore … Dimora di Dio per mezzo dello Spirito”
 S. Paolo, scrivendo a Tito, gli ricorda d’insegnare che Dio: “Ci ha salvati non in virtù di opere di giustizia da noi compiute, ma per sua misericordia mediante un lavacro di rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito Santo, effuso da Lui su di noi abbondantemente per mezzo di Gesù Cristo, Salvatore nostro,” (Tt 3,5-6)
Finalmente siamo coscienti d’essere stati salvati, senza alcun nostro merito, ma per grazia di Dio, perciò dobbiamo rinnovare tutti i nostri rapporti; creare rapporti nuovi con Dio Padre, con Gesù, con lo Spirito Santo, con Maria, con il nostro IO, con la preghiera, con gli altri.


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