PENTECOSTE
La Pentecoste
presso gli Ebrei era la festa della mietitura (Es 23,14),
successivamente divenuta anche festa della rinnovazione dell’Alleanza (2Cr 15,10-13).
Pentecoste a noi ci ricorda
la fondazione della Chiesa come realtà viva; Cristo l’ha preparata: Lo Spirito
Santo viene a prenderne possesso, ad animarla e
ad assisterla con i suoi carismi. Pentecoste
è la festa della nascita della comunità dei credenti.
La
sera di Pentecoste, mentre gli Apostoli con Maria
erano riuniti nel Cenacolo di Gerusalemme, come aveva promesso Gesù,
ricevettero il Battesimo nello Spirito: “Venne all’improvviso dal cielo un
rombo, come di vento che si abbatté gagliardo, e riempì tutta la casa dove si
trovavano. Apparvero loro lingue, come di fuoco che si dividevano e si posarono
su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono
a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d’esprimersi” (At
2, 2-4)
Quella
Pentecoste, conferendo nuova forza, ardente zelo e
tanta passione per il Risorto, diede
inizio, con il veemente annuncio di Pietro, alla missione della chiesa; quella comunità cristiana,
sfidando
ogni
pericolo, inizia a dare compimento al comando di Gesù: “Andate in tutto il
mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura” (Mc 16, 15).
Quel primo annuncio, perciò, prelude la predicazione a tutte le genti, poiché
quelli che ascoltavano Pietro, con una numerazione simbolica, cittadini di 12
nazioni, rappresentavano tutta la famiglia umana.
È
qui il Carisma, il miracolo di Pentecoste, in uno dei suoi aspetti: Pietro parla nella sua lingua e
cittadini di 12 nazioni lo sentono parlare nella
propria lingua, non è
la glossolalia di cui parla Paolo.
Di
Quella Pentecoste,
ci è difficile
immaginare quel momento stupefacente in cui ognuno dei presenti fece esperienza
straordinaria col Divino; la grazia di Dio, dopo quella esperienza, non li
abbandonerà e non ci abbandonerà mai più, a conferma delle parole di Gesù:
“Sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt
28, 20).
Dopo
la sua Risurrezione Gesù per 40 giorni confortò con la
sua presenza gli Apostoli timorosi e delusi, rincuorati essi fecero
un’esperienza nuova: quella col Risorto. Il primo colloquio con Gesù Risorto lo
ebbe Maria di Magdala che cercava presso il sepolcro il Suo Gesù ed Egli rassicurandola le disse: “Non mi
trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma và dai miei fratelli e
dì loro: Io salgo al Padre Mio e Padre Vostro, Dio Mio e Dio Vostro” (Gv 20,17).
Certo
Maria Gli aveva abbracciato le gambe, temendo di perderlo ancora. Quale conforto più grande di questo poteva
darle Gesù:
Il
mio, d’ora in poi, è il Vostro!
La
certezza delle presenza di Gesù tra loro accompagnava la
preghiera della comunità dei credenti, Nuovo
Popolo di Dio: “Erano assidui nell’ascoltare l’insegnamento degli
apostoli e nell’unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere” (At
2, 42),
lodando Dio e godendo la simpatia di tutto il popolo” (At
2,47)
.
L’esperienza Pentecostale continua.
A garanzia che Gesù, da allora e per sempre, è con loro ed è e sarà con noi.
Luca negli Atti degli Apostoli ci racconta che dopo pochi giorni assaporano
ancora il medesimo gusto dello Spirito: “Quand’ebbero terminato la preghiera,
il luogo in cui erano radunati tremò e tutti furono ripieni di Spirito Santo e
annunziavano la parola di Dio con franchezza” (At 4, 31).
Dalla
Pentecoste in poi lo Spirito Santo è una presenza costante
nella comunità dei credenti in Gerusalemme e
tra i pagani, a significare che il sacrificio di Gesù si era consumato per
tutta l’umanità e per sempre. Infatti
il libro degli Atti degli Apostoli ci fa assistere ad altre manifestazione
della Pentecoste fuori Gerusalemme e tra i pagani.
IN
SAMARIA: “Frattanto gli apostoli a Gerusalemme,
seppero che la Samaria aveva accolto la parola di Dio e vi inviarono Pietro e Giovanni. Allora imposero loro le mani e quelli ricevevano
lo Spirito Santo.” (At
8, 14; 17).
A
CESAREA, in casa del centurione romano Cornelio,
Pietro reca la buona novella: “Pietro
stava ancora dicendo queste cose, quando lo Spirito Santo. scese sopra tutti
coloro che ascoltavano il discorso” (At 10, 44 e 11, 15 ).
AD
EFESO si ripeté la stessa manifestazione Pentecostale
alla presenza di Paolo: “E non appena Paolo ebbe imposto loro le
mani, scese su di loro lo Spirito Santo.”(At 19,6)
Ma l’Ascensione
di Gesù, sotto gli occhi degli apostoli, pare davvero la conclusione di un
evento stupendo, ma oramai esaurito: “… fu
elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro
sguardo” (At 1, 9). La Nube E’ il segno della presenza di Dio, la nube che coprì il
popolo d’Israele nel deserto (Es 40, 36-38).
è la stessa ombra che l’Angelo Gabriele annuncia a Maria: ”Su di te stenderà la
sua Ombra la Potenza dell’Altissimo” (Lc 1,25).
L’Ascensione
ricongiunge la terra al cielo, il mondo degli
uomini al mondo di Dio, perciò Dio non è più al di fuori dell’esistenza e
della storia umana, poiché in Gesù l’uomo accede alla Signoria, al mondo di Dio,
al mondo dello Spirito Santo che Gesù riceve dal Padre e che unito al Padre lo dona all’uomo; perciò la
Pentecoste è l’inizio del tempo futuro, il
tempo dello Spirito, che non resta dentro i cuori degli apostoli ed in quella
comunità, ma si manifesta a noi, trabocca, effonde per farci diventare comunità
profetica, spirituale e missionaria.
Pentecoste,
nella chiesa e nei credenti, da quella prima manifestazione dello Spirito Santo è costante, perché Gesù donando il suo Spirito agli Apostoli e
a noi per mezzo di loro, ha realizzato la sua promessa di essere con noi tutti
i giorni:
“ Fino
alla
fine del mondo”.
Se
l’effervescenza e la gioia dell’annuncio della parola di Dio e delle opere di
Gesù gustate dalla prime comunità cristiane OGGI non si percepiscono e non si assaporano più, è perché siamo
cristiani anagrafici e tiepidi, non già perché non aleggia lo Spirito Santo.
come nelle prime comunità, ma perché non siamo “né caldi né freddi” (Ap
3,15).
Lo
Spirito di Dio ha accompagnato ed accompagna sempre la sua chiesa, ne sono
testimoni carismatici i Santi, che animati dallo Spirito Santo, hanno
vivacizzato la chiesa: da S.
Agostino a S. Francesco, da Padre Pio a Madre Teresa di Calcutta.
Ma
le manifestazione più eclatanti, efficaci e guaritrici e che ci garantiscono la
certezza della presenza costante dello Spirito Santo: sono quelle che si
ripetono ogni giorno in tutte le chiese del mondo, quando si rinnova la morte e
la risurrezione di Gesù, quando lo Spirito Santo trasforma le specie offerte in
sangue e corpo di Gesù. L’essenza del
Padre e del Figlio: Lo Spirito Santo è certo in mezzo a noi perciò: “Lasciamoci riconciliare con Dio” (2Cor
5,20) per continuare l’opera iniziata per Gesù dagli Apostoli: “Come il Padre
ha mandato me anch’io mando Voi” (Gv 20,21).
A conclusione vi prego: quando ci accostiamo a
ricevere Gesù Eucaristico avviamoci con
la certezza di incontrare Gesù vivo non già solo un’ostia, vi prego.