I CARISMI STRAORDINARI
I carismi hanno avuto inizio con la Pentecoste (At 2,1ss) e continuano
oggi ad
accompagnare la Chiesa e
certo l’assisteranno anche domani.
Nella Comunità di Corinto i
Carismi erano fiorenti e S. Paolo scrivendo proprio a quella prima Comunità
Cristiana elencava le manifestazioni
particolari dello Spirito posseduti da molti Corinzi che li esercitavano
per l'utilità di tutta la Comunità.
Carisma del Linguaggio della Scienza
(1Cor 12,8): consiste nella conoscenza di un evento non
attraverso le vie normali dell'esperienza, del ragionamento e dello studio:
Nathan comprese il peccato di David con Bersabea; Anania
conobbe la conversione di Saulo; Pietro capì come
comportarsi con Cornelio e i pagani;
Cornelio dove trovare Pietro;
S. Pio V° conobbe la vittoria di Lepanto; il medico Giuseppe Moscati diagnosticava
con esattezza le malattie e ne dava il rimedio appropriato.
Carisma
del Linguaggio della Sapienza (1Cor 12,8): consiste nell'agire con sollecita azione dando applicazione alla conoscenza
Divina avuta o recepita: Nathan va
subito a rimproverare David per il peccato con Bersabea; Pietro battezza subito
Cornelio e i pagani; Giuseppe sa interpretare i sogni del Faraone e prevede la
raccolta del frumento; abilità delle
scelte secondo Dio (Stefano eletto Diacono At 6,8-10); capacità di
centrare con poche parole, semplicità e forza un problema.
Carisma del Discernimento degli
Spiriti (1Cor 12,10): consiste nel distinguere se è mozione dello Spirito Santo,
del maligno o della nostra psiche. E' il custode
degli altri Carismi dei quali protegge la genuinità.
Criterio generale: vedere
in una cosa, per esempio nel
Rinnovamento, i valori positivi da conseguire (riscoperta dello Spirito, del Battesimo, della carità, della
comunità, della lode) e i rischi da evitare (fondamentalismo
biblico, desiderio del meraviglioso, esagerata stima dei carismi, emozionalismo).
Carisma delle Guarigioni (1Cor
12,9;Mc 16,17-18): consiste, soprattutto, di guarigioni spirituali
e a volte da malattie psitiche (Guarigione delle memorie) e anche fisiche.
S. Giacomo
nella sua lettera al capitolo 5° versetti 14 e 15 ci sollecita: "C'e qualcuno che a ammalato?
Chiami gli anziani della Chiesa ed essi preghino per lui ungendolo d’olio nel nome del
Signore; la preghiera della fede salverà il malato e il Signore lo ristabilirà; se egli ha commesso dei
peccati, gli saranno perdonati".
Sia sempre la Comunità a pregare, mai il singolo; si preghi,
come dice la scrittura, con immensa fede e certezza che
Dio ascolta le nostre suppliche, eliminando, prima, in noi e tra noi ogni residuo di risentimento.
Non bisogna guardare a questo carisma, come
destinato ad eliminare la sofferenza redentrice ed il valore della Croce. La
visione della vita senza malattia e un’utopia, non
cristiana:
Cristo fra dolore e gaudio preferì
la croce per la nostra redenzione.
Carisma dei Miracoli (1Cor 12,10; Mc 2,3-12; Mt
8, 2-9; Gal 3,5): consiste nel repentino cambiamento dallo stato di necessità
in uno stato benessere duraturo.
Dio, usando
la Sua immensa Misericordia e Potenza, ha operato in prima persona, quand'era tra noi, poi si e servito di sue creature
degne di operare, con la Sua Grazia e Potenza, nel suo nome. Questo Carisma ha
accompagnato la Sua Chiesa per oltre 20 secoli e l'accompagna ancora.
Nel Rinnovamento nello Spirito si verificano miracoli
in un certo senso più straordinari: cioè conversioni
di cuori con cambiamento radicale di comportamento.
Carisma
della Preghiera e Canto in Lingue; Messaggio in Lingue (Mc 16,17; 1Cor 12,10;
1Cor 14,5; 14,14 e 14,18; At 2,1-13: Pentecoste; At 10,1-48: Cornelio; At 19,1-7:
Efeso): Consiste nel tentativo di
esprimere in termini non concettuali ciò che non può esprimersi
in termini codificati di un linguaggio antico o moderno, questo dono era diffusissimo nella comunità apostolica di
Corinto.
E' un colloquio dell'anima con Dio, attraverso lo
Spirito Santo.
Del canto in lingue un direttore
d'orchestra che partecipò
ad un corso di Vita Nuova nello Spirito a Roma ebbe a dire: "Da compositore e musicista
devo affermare che questo canto corale a stato cosi armonioso come se fosse
stato eseguito da un solo cantore” (Meditate gente, meditate)
Il gesuita p. F. Sullivan parafrasando S.Agostino e il Jubilatio –
acclamazione,
definisce la preghiera o il
canto in lingua una specie di cantilena in lingua non
codificata a cui Dio aggiunge il suo dono di preghiera di lode.
Un’altro gesuita p. R. Farisy sostiene che
la preghiera in lingua
è la porta per cui di consueto
entrano gli altri carismi.
I
fratelli separati lo ritengono la prova più sicura del Battesimo nello Spirito.
Il Messaggio in Lingue consiste in un
dono che il Signore fa ad uno o a più
credenti per l’edificazione sua e dell’assemblea e può essere
indirizzato ad una
persona particolare o a tutta l’assemblea.
Esempi di questo Carisma li troviamo ampiamente trattati nei libri:“L’ora
dello
Spirito” e i “Carismi” scritti
da don Serafino Falvo.
S. Paolo afferma che, nel caso esistesse tale Carisma nella Comunità dei credenti,
necessario pregare affinché sia presente anche il Carisma dell’interpretazione.
Carisma dell’interpretazione (1Cor 12,10; 1Cor
14,13): consiste non nel tradurre
letteralmente un messaggio codificato in una lingua straniera, ma ispirato
dallo Spirito, interpretare il messaggio in lingue proclamando nell’assemblea
ciò che lo Spirito vuole comunicare alla persona o a tutta la Comunità.
Affinché non
succeda che si svilisca tale Carisma,
Paolo afferma di possedere più di
tutti i Corinzi il Carisma delle lingue, ma dichiara che preferisce dire
cinque parole in una lingua conosciuta, che diecimila in una lingua che gli
altri non conoscono.
Carisma della Profezia (1Cor 12,10; 1Cor 14,1e ss): consiste nel
proferire una parola ricevuta da Dio per incoraggiare, consolare, ammonire,
correggere, esorta, raramente per rimproverare.
La Parola
ispirata da Dio può essere una mozione che avvertiamo fortemente nel cuore e sentiamo la necessità
da comunicare; una parola biblica
che sentiamo urgente da comunicare; una lettura biblica che abbiamo sotto
gli occhi e sentiamo
di partecipare all’assemblea.
Per noi cristiani il dono Profetico è avvenuto nella
prima effusione dello Spirito Santo quando abbiamo ricevuto il Santo Battesimo
(come afferma la Lumen Gentium); infatti la liturgia, all’unzione del Crisma, ricorda la dignità di Cristo sacerdote,
re e profeta.
Il Battezzato,
perciò, è chiamato, col dono della Profezia, a lodare
Dio e rendere testimonianza a Cristo
Salvatore del mondo:
“La
testimonianza di Gesù è lo Spirito di Profezia” (Ap 19,10; 1Gv 5,7).
I Profeti sono
presenti nella Chiesa sin dalle
origini; dopo il primo secolo, ufficialmente questo Carisma è attribuito ai
Vescovi; è stato ed è posseduto da tutti i Santi che, nel soffio
dello Spirito Santo, hanno sostenuto e continuano a sostenere la Chiesa nel suo
Cammino.
Oltre a queste due
Profezie Battesimali e Istituzionali, c’è una terza forma di Profezia:
quella Assembleare. Questa forma è testimoniata da Paolo:
É la Profezia che
sboccia nelle riunioni o assemblee di preghiera (Ef 2,20: - edificati sopra il fondamento degli
apostoli e dei profeti, avendo come pietra miliare Cristo Gesù -; At
10,43: - Tutti i profeti rendono questa testimonianza: chiunque crede in Lui
ottiene la remissione dei peccati per mezzo del suo nome -).
Questo dono non si
manifesta in tutti, come ogni dono carismatico, tutti ne possiedono i germi per
cui, dice S. Paolo:“Tutti potete profetare” (1Cor 14,31).
Scopo della Profezia è proprio
risvegliare la fede, alimentare la speranza, accedere la carità, sostenere la
preghiera di lode e tenere alta la vita della Comunità perché la Parola di Dio,
data nella Profezia, illumina, consola, ammonisce, edifica. Ancora
S: Paolo ci assicura:
“Ma tutte queste cose è l’unico e medesimo
Spirito che le opera, distribuendole a ciascuno come vuole” (1Cor 12,11).
Giovanni XXIII per il Vaticano II
consegnò al Card. Suenens due schemi chiavi che divennero Lumen Gentium e
Gaudium et Spes.
In quella veste, in uno dei suoi
poderosi interventi sul ruolo attuale dei carismi nella Chiesa, riscontrò attenzione ed
interesse, ma anche una forte opposizione.
Il Card. Suenens dovette affrontare
con energia e certezza profetica precisamente il Card. Ruffini il quale
presentava i carismi come una faccenda del passato.
(AA.VV. Il rinnovamento
Carismatico – Intervista di Renè Laurentin al Card L.J.Suenens pp.
95/104.
Gravissima questa opposizione di
Ruffini anche perché non tenne conto di quanto era accaduto, agli inizi del 1900 nella Chiesa Cattolica con
Elena Guerra e nella Chiesa Pentecostale con Charles Pahram.
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