giovedì 3 ottobre 2019


GESÙ  E  LA PECCATRICE
“la donna del profumo”  (Lc 7,36-50)
           Una donna senza nome «pubblica peccatrice pentita perdonata», “la donna del profumo” è una delle tante donne anonime che compaiono nel vangelo di Luca. Alcuni la scambiano con Maria di Betania, la sorella di Marta e Lazzaro, o con Maria Maddalena, dalla quale Gesù scacciò sette demoni, o persino con la donna adultera che si trovò nell’imminente pericolo di essere lapidata dai suoi accusatori.
Per noi, invece, è semplicemente la donna del profumo, è colei che versò il suo vaso di alabastro sopra i piedi del maestro. «La donna del profumo»
Quello di Luca è il vangelo che narra in maggior numero storie di donne. È l’unico che ci racconta la storia di Elisabetta, di Maria, di Anna, della vedova di Naim, della donna del profumo, di Maria Maddalena, di Giovanna, di Susanna e di altre donne della Galilea, di Marta e Maria, della donna curva, della donna che cerca la moneta perduta, della vedova insistente e delle donne che piangono Gesù in cammino verso il Calvario. Sono tutte esclusive narrazioni di Luca, anche se nel suo vangelo troviamo altre storie di donne che hanno la loro parallela comparsa nei vangeli di Marco e di Matteo: la storia della suocera di Simone, della figlia di Giairo e dell’emorroissa, della donna che impasta il pane, della vedova povera che dona tutto quanto ha, delle donne della Galilea che danno testimonianza della morte e sepoltura di Gesù e scoprono la tomba vuota.
“In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, venne con un vasetto di olio profumato; e stando dietro, presso i suoi piedi, piangendo cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di olio profumato. A quella vista il fariseo che l’aveva invitato pensò tra sé: “Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, che specie di donna è colei che lo tocca: è una peccatrice”. Gesù allora gli disse: “Simone, ho una cosa da dirti”. Ed egli: “Maestro, dì pure”: “Un creditore aveva due debitori: l’uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi da restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi dunque di loro lo amerà di più?” Simone rispose: “Suppongo quello a cui ha condonato di più”. Gli disse Gesù: “Hai giudicato bene”. E volgendosi verso la donna, disse a Simone: “Vedi questa donna? Sono entrato nella tua casa e tu non m’hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio, lei invece da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non mi hai cosparso il capo di olio profumato, ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi. Per questo ti dico: le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato. Invece quello a cui si perdona poco, ama poco”. Poi disse a lei: “Ti sono perdonati i tuoi peccati”.  Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: “Chi è quest’uomo che perdona anche i peccati?” Ma egli disse alla donna: “La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!””
La donna del profumo ha vissuto una vita di peccato. E Gesù, il pedagogo, il terapeuta, applica un rimedio di efficacia istantanea. Perdona all’istante tutti i suoi peccati. Non li ricorda più, non li conta più. Il rimedio di Gesù rigenera nel cuore distrutto della donna i sentimenti più delicati dell’essere umano: amore e gratitudine. La donna del profumo è la donna del molto amore, la donna della gratitudine infinita, la donna che non sa esprimere in parole quanto il suo cuore sente per Gesù. E giacché non sa parlare, il suo cuore la spinge ad un gesto audace.
I Vangeli di Matteo, Marco e Giovanni presentano il racconto di una unzione, che somiglianze e che differenze mostrano rispetto all’episodio narrato da Luca. In Luca e negli altri vangeli la protagonista della nostra storia si confonde spesso con un’altra donna che, nell’imminenza della passione, unge i piedi di Gesù, anticipando così la sua morte e sepoltura (Mc 14, 3-9; Mt 26, 6-13; Gv 12, 1-8). È una identificazione comprensibile, giacché i racconti di Marco e di Luca coincidono in alcuni punti: in ambedue la donna è anonima ed entra nella casa di Simone; Gesù è seduto a tavola, la donna porta un vaso di alabastro pieno di profumo e con esso unge Gesù; i presenti reagiscono contro la donna, mentre Gesù si mette dalla sua parte. Anche il vangelo di Giovanni condivide alcuni dettagli con il nostro racconto: la donna unge i piedi di Gesù (non la testa, come in Marco e Matteo) e li asciuga con i suoi capelli.
Rileviamo ora quegli elementi caratteristici del racconto di Luca che lo distinguono dagli altri evangelisti. In Luca l’episodio sembra aver luogo in Galilea, non a Betania come in Marco, Matteo e Giovanni. In Luca Simone è un fariseo e Simone è il suo nome proprio; e non è un lebbroso come in Marco e Matteo. In Luca la donna è anonima e inoltre peccatrice, mentre in Giovanni la protagonista è Maria, la sorella di Marta e di Lazzaro.
In Luca l’unzione si colloca durante il ministero di Gesù in Galilea, non poco prima della sua passione,  come avviene in Marco, Matteo e Giovanni. In Luca ad opporsi al gesto della donna è Simone. In Giovanni è Giuda; in Matteo i discepoli e in Marco alcune persone anonime criticano lo sperpero del profumo: l’unzione di Gesù è un attentato alla povertà, il denaro del profumo avrebbe dovuto essere impiegato per soccorrere i poveri.
In Luca questo segno di pentimento procura il perdono dei molti peccati alla peccatrice perciò nella casa del fariseo, dove era stato invitato, Gesù imbandisce il banchetto nuziale per la peccatrice inopportuna e indesiderata. Il fariseo orgoglioso della sua giustizia non può partecipare alla danza dell'amore se prima non piange il suo peccato.
La presenza della peccatrice che ama, mostra al giusto il suo peccato profondo, quello di non saper amare.  Il peccato tipico del giusto è quello di comprarsi l'amore di Dio con la moneta sonante e delle proprie buone opere. E' il peccato "naturale" di tute le religioni, che suppongono un Dio cattivo da imbonire
Il racconto serve per persuadere il giusto di peccato perché vuole meritare l'amore di Dio che questo amore è gratuito.
Questa donna è figura del vero popolo di Dio che si riconosce peccatore e bisognoso di perdono; è il simbolo dell'umanità peccatrice che ritorna al suo sposo, Dio.










Appendice
Studi numerosi e interessanti hanno tentato di risolvere il problema che pongono le affinità e le differenze dei quattro racconti evangelici. È molto importante ricordare che lo scritto deriva dalla predicazione degli apostoli, dei testimoni, di quelle persone che hanno fatto una esperienza umana. Non si tratta della registrazione immediata dei fatti e delle parole, ma è il loro ripensamento e loro la trasmissione
L’unità nella molteplicità,
ogni evangelista è portatore di un messaggio differente. Non basta un Vangelo. La saggezza della tradizione ecclesiale ne ha scelti quattro, quattro come i punti cardinali, come le parti del mondo, proprio per indicare una molteplicità cosmica; per indicare, appunto, come la verità sia trasmessa in modo molteplice. È una specie di diamante con diverse facce. Matteo ha una sua impostazione, Marco ne ha un’altra; sono veri entrambi, ma sono diversi, rispecchiano l’unico Gesù Cristo eppure fanno due ritratti differenti. Se aggiungiamo Luca i ritratti sono tre, se aggiungiamo Giovanni quattro. L’unico Gesù Cristo è stato ritratto in quattro modi differenti. Qual è quello vero? Tutti e quattro, è un principio fondamentale. Santo Ireneo, uno dei primi grandi padri della Chiesa, parla dell’unico Vangelo “quadriforme”: un unico Vangelo che ha quattro forme.
Ognuno Trasmette Sostanza Essenza e Scopo del Messaggio di Gesù.

Sinossi del testo

Presentazione
6Mentre Gesù si trovava a Betània, in casa di Simone il lebbroso,
3aGesù si trovava a Betània, nella casa di Simone il lebbroso.
36Uno dei farisei lo invitò a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola.
1Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. 2E qui fecero per lui una cena: Martaserviva e Lazzaro era uno dei commensali.
Unzione
7gli si avvicinò una donna che aveva un vaso di alabastro, pieno di profumo molto prezioso, e glielo versò sul capo mentre egli stava a tavola.
3bMentre era a tavola, giunse una donna che aveva un vaso di alabastro, pieno di profumo di puro nardo, di grande valore. Ella ruppe il vaso di alabastro e versò il profumo sul suo capo.
37Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; 38stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo.
3Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell'aroma di quel profumo.
Sdegno
8I discepoli, vedendo ciò, si sdegnarono e dissero: «Perché questo spreco? 9Si poteva venderlo per molto denaro e darlo ai poveri!».
4Ci furono alcuni, fra loro, che si indignarono: «Perché questo spreco di profumo? 5Si poteva venderlo per più di trecento denari e darli ai poveri!». Ed erano infuriati contro di lei.
39Vedendo questo, il fariseo che l'aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!».
4Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: 5«Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?».
40Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: «Dì pure, maestro». 41«Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l'altro cinquanta. 42Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?». 43Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene».
Difesa
10Ma Gesù se ne accorse e disse loro: «Perché infastidite questa donna? Ella ha compiuto un'azione buona verso di me. 11I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me. 12Versando questo profumo sul mio corpo, lei lo ha fatto in vista della mia sepoltura. 13In verità io vi dico: dovunque sarà annunciato questo Vangelo, nel mondo intero, in ricordo di lei si dirà anche ciò che ella ha fatto».
6Allora Gesù disse: «Lasciatela stare; perché la infastidite? Ha compiuto un'azione buona verso di me. 7I poveri infatti li avete sempre con voi e potete far loro del bene quando volete, ma non sempre avete me. 8Ella ha fatto ciò che era in suo potere, ha unto in anticipo il mio corpo per la sepoltura. 9In verità io vi dico: dovunque sarà proclamato il Vangelo, per il mondo intero, in ricordo di lei si dirà anche quello che ha fatto».
44E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l'acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. 45Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. 46Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. 47Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco». 48Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». 49Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?». 50Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; và in pace!».
6Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. 7Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché essa lo conservi per il giorno della mia sepoltura. 8I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me».
Differenze tra le versioni

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