I CARISMI
S. Paolo nella 1°
lettera ai Corinzi 12,1 scrive: “Riguardo ai doni dello Spirito, fratelli, non
voglio che restiate nell’ignoranza”, perciò
ce ne parla diffusamente nelle sue lettere ai Romani, ai Corinzi ed agli
Efesini.
Che cosa sono i
Carismi? I Carismi sono doni di Dio. Il suo significato è molteplice.
In senso
generale
ogni nostra qualità come la bellezza, la salute, la bontà, l’ingegno è grazia,
tutto è dono di Dio, perciò ogni uomo è carismatico.
In senso largo
è sinonimo di vocazione, ministero perciò tutti coloro che hanno ricevuto una
vocazione particolare di padre di famiglia, sacerdote, suora , medico devono
intendersi uomini carismatici.
In senso stretto ci riferiamo a quanto è contenuto nel Nuovo Testamento
e nelle lettere di S. Paolo, perciò facciamo nostra la definizione dello
studioso cristiano Caffarel: “E’ un dono di Dio nel quale c’è una
manifestazione sensibile dello Spirito Santo”; questo tipo di carisma è dunque
“un dono straordinario”.
I fedeli della Chiesa di Corinto conoscevano
bene i Carismi perché li possedevano, li vivevano, li esercitavano, ne avevano
esperienza nella vita quotidiana.
La loro vita cristiana era ordinariamente carismatica.
Oggi le nostre Comunità ne ignorano perfino
l’esistenza, non conoscono né la natura né il loro utilizzo.
L’idea predominante è che i
Carismi sono doni straordinari, ma riservati a pochi Santi, come premio alla
pratica di virtù eroiche.
Al tempo degli Apostoli “Santi” erano tutti i cristiani, tutti
coloro che avevano creduto alla loro predicazione del Vangelo di Gesù e a Lui
convertiti; “Santi”, così li
chiamava S. Paolo nelle sue lettere; più tardi si chiamarono “Santi” anche i cristiani delle
Catacombe, sia che fossero Vescovi che schiavi.
In seguito il Cristianesimo diventò
Religione di Stato e le adesioni ad esso non avvennero più per conversione, ma
per convenienza. Per la massa dei fedeli, quindi, il Cristianesimo diventò
una dottrina più che un’esperienza, mentre la santità, a poco a poco, si allontanò dal popolo di Dio per
andare a rifugiarsi nei deserti con i penitenti prima e più tardi nei monasteri
e nei conventi.
Il
Santo diventò una figura eccezionale.
Eppure Santa è la Chiesa di Dio, Carismatica e pellegrina sulla
terra, perciò anche oggi
tutti i credenti, i convertiti, gli
aderenti ad Essa per convinzione, tutti
sono Santi e Carismatici. Per la sua Santità e Carismaticità la Chiesa di
Dio impartisce i Sacramenti, proprio col
Sacramento d’iniziazione cristiana: il Battesimo, la Chiesa accoglie il
bambino, ancora in fasce, nel suo Grembo conferendogli la propria Santità e
Carismaticità.
Infatti nel Battesimo ad
opera dello Spirito Santo non riceviamo soltanto la Grazia
Santificante e le tre virtù: fede, speranza e carità, ma anche doni particolari in vista dell’utilità comune, per la
costruzione della chiesa: i carismi.
Ad ognuno di noi lo Spirito affida una vocazione, un compito, un
ministero di servizio accompagnandolo con carismi per il raggiungimento di ogni
bene della Comunità Ecclesiale.
Giovanni Paolo II, il 2 marzo ’87, nel
discorso ai Movimenti Ecclesiali, così si esprimeva: “Doni carismatici e doni
gerarchici sono distinti, ma anche reciprocamente complementari…. Nella Chiesa,
tanto l’aspetto Istituzionale, quanto quello Carismatico, tanto la gerarchia
quanto le associazioni e i movimenti di fedeli, sono coessenziali e concorrono
alla vita, al rinnovamento, alla santificazione…”.
Se questa è l’importanza dei “doni
carismatici”, ignorarli o trascurarli sarebbe una grande inadempienza che
comporterebbe gravi conseguenze per la vita della Chiesa e del cristiano.
Perciò S. Paolo non vuole lasciarci
nell’ignoranza. E’ lui che introduce nel Nuovo Testamento la parola “Chàrisma”
ed è lui che ci introduce alla teologia dei Carismi. La radice del nome è Charis, grazia, per cui Chàrisma = dono di
grazia.
La parola Carisma è usata da S. Paolo per descrivere l’azione dello Spirito nell’anima. Nel pensiero di
Paolo la Chiesa è il Corpo di Cristo, composto da molte membra, ciascuno con
una propria funzione, ma sempre a beneficio di tutto il corpo: “A ciascuno è
data una manifestazione particolare dello Spirito per l’utilità comune;” (1Cor
12,7). I Carismi non sono affatto dei poteri permanenti, nemmeno dei doni
soprannaturali: sono “Mozioni” dello Spirito Santo che hanno come scopo
diretto ed immediato l’utilità spirituale della Comunità Ecclesiale, perciò nel Carisma è essenziale, ogni
volta che si manifesta, un intervento
diretto dell’azione dello Spirito, che spesso s’innesta su qualche nostra dote naturale; infatti le disposizioni naturali di ogni credente possono diventare
carismi per dono di Dio.
Non possiamo immaginare la
Chiesa con la sua Vita nello Spirito ad
una barca spinta da rematori (noi), ma dobbiamo pensarla come una barca a vela aperta al soffio dello Spirito Santo e da Lui mossa. I Carismi, parte di quel soffio dello Spirito,
arricchiscono i doni battesimali, i quali si manifesteranno copiosamente,
quando e se prenderemo coscienza, anche
in età adulta, di quel Sacramento e della sua ricchezza.
La preghiera
d’Effusione, praticata nei gruppi del
Rinnovamento nello Spirito, non è altro che una preghiera comunitaria, con
l’imposizione delle mani, sul cristiano già battezzato, con la quale
s’intercede il Divino affinché lo Spirito Santo faccia effondere dal suo seno i doni carismatici, già infusi col
battezzato, come “Sorgente d’Acqua Viva”
e “Fonte Zampillante” per aiutare Gesù nel desiderio di dissetare l’umanità:
“Chi ha sete venga a Me” (Gv 7,37). Pertanto negli stessi gruppi del
Rinnovamento nello Spirito si approfondisce tutta la teologia Paolina sui
carismi, specie su quelli
Straordinari riportati nella 1 Cor 12,8-11 che sono: Linguaggio della sapienza;
linguaggio della scienza; delle guarigioni; dei miracoli; della profezia; del
discernimento degli spiriti; delle lingue; delle interpretazioni delle lingue.
Lo
Spirito Santo, nel cristiano, unisce i due poli: Il Divino e l’umano; quello
del Padre e del Figlio con quello della Chiesa e dell’uomo.
Lo Spirito non sostituisce Cristo, ma è lo
Spirito di Cristo che opera nella Chiesa in continuità con Cristo; l’era
Cristiana è l’era dello Spirito Santo nella storia, la Chiesa è vivificata
dallo Spirito e dai suoi doni e carismi.
Perciò S. Paolo esorta i Tessalonicesi ad aprirsi allo Spirito e a non
spegnerlo.
Paolo in
1Cor 12,4-7 ci assicura: “Vi sono poi diversità di carismi, ma uno solo è lo
Spirito; vi sono diversità di ministeri, ma uno solo è il Signore….che opera
tutto in tutti. E a ciascuno è
data la manifestazione particolare dello Spirito per l’utilità comune”, poi
parla dei Carismi nominandoli 17 volte e ne conta più di 20; ma per sé
il numero è infinito, lo Spirito non si esaurisce: offre doni alla Chiesa
secondo il suo bisogno per l’edificazione del Corpo di Cristo: “E’ Lui che ha stabilito alcuni come Apostoli,
altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e
maestri, per rendere idonei i fratelli a compiere il ministero, alfine di
edificare il Corpo di Cristo”(Ef 4,11-12).
A Paolo è caro il paragone con il
corpo: “Come infatti il corpo, pur essendo
uno, ha molte membra e tutte le membra pur essendo molte, sono un corpo solo,
così anche Cristo. E in realtà noi tutti siamo stati battezzati in un solo
Spirito per formare un solo corpo,…Ora voi siete il corpo di Cristo e le sue
membra, ciascuno per la sua parte” (1Cor 12,12-13;27). Quindi siamo parte del
Corpo di Cristo, perché Sue membra, coordinati dal Capo che è Cristo Gesù ed
animati dal suo Spirito. Spesso queste membra sono stanche e deboli ma: ”.. lo
Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché nemmeno sappiamo che cosa
sia conveniente domandare, ma lo Spirito
stesso intercede con insistenza per noi con
gemini inespremibili; ”(Rm 8,26). Lo Spirito
prega in noi con “gemiti intraducibili ”.
Cioè quando ci rivolgiamo a Dio, con il cuore infranto o pieno d’indicibile
gioia, tentiamo di esprimerci, senza
termini concettuali codificati. Assomigliamo a bambini, che balbettando alla mamma o al papà vorrebbero esprimere,
quanto ancora non sanno dire, il loro amore e la loro fiducia in essi: I
“ Gemiti Inesprimibili ” di cui parla Paolo sono i nostri “Balbettii ” di
bambini, i nostri “ Vezzeggiamenti ” di figli, dinanzi al Padre, che è nei
cieli ed in noi, per dimostrargli il nostro amore, la nostra confidenza, la
nostra fiducia, la nostra gratitudine, la nostra lode.
A chi potrebbe obbiettare che i Carismi
erano stati concessi alle prime Comunità apostoliche per l’espansione della Chiesa di Dio, si assicura
che essi ancora oggi sono presenti nelle
Comunità Cristiane anche perché ce ne da conferma il Concilio Vaticano II nella Lumen Gentium: “Sono (oggi) grazie speciali che lo Spirito Santo dispensa (oggi) fra
ogni ordine di fedeli, con le quali li rende (oggi) adatti e pronti ad
assumersi (oggi) varie opere e uffici utili al Rinnovamento e alla maggiore
espansione della Chiesa”(n°12).
Se crediamo che Cristo è sempre lo
stesso: Ieri, oggi e nei secoli, quel che fece
l’Unto di Dio, non può essere diverso
da quello che deve fare oggi il Cristo Mistico: “ Andate in tutto il mondo,
predicate il Vangelo a tutte le creature…Chi crede in Me farà le stesse opere
che Io faccio, anzi ne farà di più grandi.”
Cristo Gesù ha fatto questa
promessa a tutti i credenti di tutti i
tempi.
Per realizzare questo mandato
di Gesù, la Chiesa Gerarchica e Comunitaria deve prima formare i credenti, come Gesù formò gli Apostoli e i
discepoli, e poi mandarli per portare la Buona Novella esercitando anche i
Carismi con i quali Gesù certamente li accompagnerà.
Tutti i credenti sono carismatici, perché la Chiesa è carismatica.
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